20 marzo 1995: attacco alla metropolitana di Tokyo

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Attacco SarinIl 20 marzo 1995 il Giappone subì il più grave attentato terroristico della sua storia. Membri della setta Aum Shinrikyo perpretarono una serie di attacchi alla metropolitana di Tokyo che causarono 12 morti; oltre 5.500 furono le persone che dovettero ricorrere alle cure ospedaliere.,

La setta Aum fu fondata nel 1984 dal suo capo carismatico: Shoko Asahara. Nel 1989 ottenne lo status di “Organizzazione Religiosa”.
La sua dottrina è un miscuglio di precetti cristiani e buddisti, concetti Yoga e profezie di Nostradamus. Crede in una imminente fine del mondo, preceduta da una Terza Guerra Mondiale, scatenata dagli Stati Uniti, e culminante in un Armageddon nucleare in cui tutta l’umanità scomparirà. Si salveranno solo i membri della setta Aum. Nel 1992 Asahara di proclamò “Gesù Cristo”, l’unico illuminato padrone del Giappone.

Sin dal 1989 la setta era sotto la lente della polizia per alcuni episodi che videro coinvolti alcuni suoi membri. Nel novembre di quell’anno, un avvocato e la sua famiglia vennero uccisi a Yokohama. L’avvocato rappresentava le istanze di una famiglia intenta a recuperare i figli dalle grinfie della setta. Nel giugno del 1994, a Matsumoto, ci fu un attentato che, per certi versi, era simile a quello, più tragicamente celebre, dell’attacco alla metropolitana di Tokyo. Anche in quell’occasione fu usato il sarin e nell’attacco morirono sette persone. L’attentato intendeva colpire i giudici che stavano per emettere una sentenza, prevedibilmente negativa per la setta, in un contenzioso immobiliare. All’inizio la polizia non mise in relazione il gesto con la setta Aum, ma il collegamento fu chiaro quando, nove mesi dopo, avvenne l’attentato alla metropolitana di Tokyo.

Dieci furono i membri della setta direttamente coinvolti nell’esecuzione materiale dell’attentato. Divisi in cinque coppie attaccarono la rete metropolitana in cinque punti diversi. Di ogni coppia, uno aveva il compito di depositare i sacchetti con il sarin, e di bucarli, l’altro rimaneva in attesa fuori dalla stazione, in auto, con il compito di prendere a bordo il complice e di portarlo lontano dal luogo dell’attentato.
Furono tre le linee coinvolte nell’attentato: la linea Chiyoda. la linea Marunouchi e la linea Hibiya. Su ognuna di queste due ultime linee, furono due i treni presi di mira dagli attentatori.
Ikuo Hayashi/Tomomitsu Niimi fu la coppia incaricata di occuparsi dell’attentato sulla linea Chiyoda. I due attacchi alla linea Marunouchi furono compiuti dalle coppie Ken’ichi Hirose/Koichi Kitamura e Toru Toyoda/Katsuya Takahashi. Sulla linea Hibiya, i due attentati vennero eseguiti da Masato Yokoyama/Kiyotaka Tonozaki e da Yasuo Hayashi/Shigeo Sugimoto.
In tutti e cinque gli attentati, la modalità fu la stessa, con poche varianti: l’attentatore, con due/tre sacchetti di sarin allo stato liquido, si fermò ad un’edicola a comprare un giornale con cui avvolgere i sacchetti, entrò nella stazione prescelta, salì sul treno dove posò i sacchetti per terra bucandoli con la punta di un ombrello. Mentre il micidiale sarin usciva dai sacchetti, passando dallo stato liquido a quello gassoso, l’attentatore scese dal treno, uscì dalla stazione dove il complice l’attendeva per portarlo velocemente in un posto sicuro.

Qui cominciarono gli errori commessi dai sistemi di emergenza. Nonostante i primi viaggiatori cominciassero a dare segni di intossicazione (problemi agli occhi e all’apparato respiratorio), i treni continuarono a viaggiare come nulla fosse successo. Ad ogni stazione, passeggeri contaminati scesero, barcollando, per ricevere le prime cura da parte del personale della stazione. Alcuni eroici impiegati delle stazioni, individuarono i sacchetti e li portarono fuori dai vagoni, permettendo così ai treni di proseguire la loro corsa. Questo eroismo fu spesso fatale: maneggiare i sacchetti con il micidiale agente tossico non lascìava scampo.
Quando fu più chiaro quello che stava succedendo, venne, finalmente, deciso il blocco dei treni e l’evacuazione degli stessi.
In breve, macchine della polizia, ambulanze, vigili del fuoco e giornalisti, con cameramen al seguito, si riversarono nelle stazioni colpite. All’inizio non era chiaro di che natura fosse l’attentato: si pensava ad esplosioni e, poi, ad una sostanza chimica.
Migliaia furono le persone che mandate negli ospedali per ricevere cure. Oltre la metà venne dimessa in giornata; nel giro di una settimana solo una manciata di feriti, i più gravi, rimase ricoverata.

Critiche furono riservate anche ai media che, nella foga del momento, spesso intralciarono i soccorsi. In ambiente medico, gli ospedali erano impreparati a gestire una simile emergenza: sia perchè in Giappone non si era mai visto un attentato di simile portata, sia per la natura dell’intossicazione. Ci volle del tempo prima che si riuscisse a capire che la causa era il sarin e quindi poter utilizzare il giusto antidoto.

Aum ShinrikyoNon fu difficile, per la polizia, collegare l’attentato alla metropolitana di Tokyo a quello di Matsumoto: l’uso del sarin era in indizio importante. Le attenzioni, quindi, si concentrarono immediatamente sulla setta Aum Shinrikyo. Due giorni dopo l’attacco alla metropolitana, la polizia fece irruzione negli uffici e nei laboratori della setta; vennero trovate prove schiaccianti. In maggio di quell’anno venne arrestato il leader della setta Shoko Asahara (vero nome Matsumoto Chizuo), insieme ad altri 13 leader del gruppo. La setta perse lo stato di “organizzazione religiosa”, ma non si riuscì a dichiararla fuorilegge.
Sembra incredibile, ma la sua attività continuò anche dopo l’attentato. Nel 2000 ci fu una trasformazione nel gruppo: cambiò il nome in Aleph e abbandonò le attività violente. I capi si scusarono con le vittime dell’attentato e crearono un fondo per il loro risarcimento. Ciò nonostante esiste ancora molta diffidenza verso la setta Aleph, a cui aderisce la figlia di Asahara. Le autorità di polizia tengono sempre sotto attenta sorveglianza le attività del gruppo.
Secondo un rapporto di polizia, nel 2005 Aleph poteva contare 1.650 membri ed era presente in 17 prefetture.
C’è da dire che la setta Aleph, le cui attività sono protette dalla Costituzione giapponese, in alcuni Paesi, come Stati Uniti e Canada, è nella lista dei gruppi terroristici.

Shoko AsaharaLe attività criminali di Aum non si limitarono agli attentati di Matsumoto e Tokyo. Omicidi, sequestri, attentati di minore entità non mancarono. C’era anche l’accusa di violenze ai danni dei membri che intendevano lasciare il gruppo. Il 22 giugno 1995, un membro di Aum, Fujio Kutsuni, dirottò un aereo dell’ANA. L’aereo, un Boing 747SR, venne dirottato su Sapporo. In cambio del rilascio dei passeggeri, il dirottatore chiedeva la liberazione di Asahara. La polizia pose termine, dopo appena 16 ore, al dirottamento.

Nel giugno del 2012, in un cafè di Tokyo, venne arrestato Katsuya Takahashi, l’unico ancora in libertà del gruppo che eseguì l’attentato (faceva coppia con Toru Toroda).
Nei vari processi fin qui celebrati, furono 189 i membri della setta condannati a varie pene. L’ex leader Shoko Asahara e altri 10 membri del gruppo vennero condannati a morte.
Il 6 luglio 2018, dopo quattordici anni dalla prima sentenza, Shōkō Asahara e altri sei adepti della setta, sono stati giustiziati mediante impiccagione.

Autore : Cristiano Suriani

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