Aoki Konyo: Mister Patata

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Aoki Konyo Con l’inizio dell’Era Tokugawa (1603), cominciò una politica di progressiva chiusura al mondo esterno che raggiunse il suo culmine nel 1641. Gli stranieri vennero espulsi, i libri “barbari” furono distrutti e le importazioni ridotte ai minimi termini. Anche per gli stessi giapponesi era diventato pressochè impossibile uscire dal Paese. Gli unici Paesi, con cui rimaneva una parvenza di rapporto economico, erano la Cina, la Russia e l’Olanda che aveva soppiantato il Portogallo il quale, in quanto Paese cattolico, venne cacciato dal Giappone (l’Olanda aveva il vantaggio di essere protestante e non interessata alla conversione dei Giapponesi). Gli unici prodotti importati erano la canna da zucchero, la seta e il ginseng. Per il resto il Giappone doveva fare affidamento sulla propria produzione.

In quel periodo il Giappone era uno dei Paesi più popolosi al mondo e contava ben 30 milioni di abitanti. L’alimentazione era basata in gran parte sul riso che quindi veniva consumato in grandissime quantità. Un raccolto meno abbondante del solito provocava l’aumento dei prezzi che portava alla fame e alla miseria milioni di contadini. Negli anni di carestia non c’era neanche la possibilità di importare riso dall’estero.
In questa situazione, la poca lungimiranza dei vari daimyo, che mantennero le tasse sempre ad un livello eccezionalmente alto, ridusse larghe fette della popolazione alla disperazione. Non era quindi raro che scoppiassero rivolte provocate dalla carestia – spesso i contadini accusavano i mercanti di speculare sul prezzo del riso e di tenerlo nascosto in opportuni magazzini – e dalle tasse.
Nel 1732 si verificò una pesante carestia al seguito della quale, Aoki Konyo – uno dei massimi studiosi del periodo – consigliò lo shogun Tokugawa Yoshimune che bisognava diversificare le coltivazioni per non dipendere troppo dal riso.

Il nome di Aoki Konyo è legato alla coltivazione della patata dolce. Pubblicò un libro, “Studi sulla Patata Dolce” (Banshokou) e riuscì a diffondere la coltivazione di questo legume in tutto il Paese. La patata dolce, che, fino ad allora, era coltivata nel Satsuma, è un legume di facile coltivazione e, anche in tempo di carestia, poteva dare un raccolto abbondante e salvare così, come effettivamente avvenne, milioni di Giapponesi dalla morte per mancanza di cibo.
Aoki Konyo si meritò quindi il soprannome di Kansho Sensei (“Dottor Patata”).

Tokugawa Yoshimune

Tokugawa Yoshimune era uno shogun dalla mente aperta – il migliore della dinastia Tokugawa, secondo molti storici – e riconobbe che l’isolamento quasi totale era dannoso per il Giappone e quindi si adoperò per alleggerirlo un po’. Nel 1720 levò il bando sui libri stranieri e promosse lo studio della tecnologia, della scienza e della conoscenza attraverso la lettura di libri olandesi. Nacque così il rangaku (“studi olandesi”) affidato ad un gruppo di studiosi al quale venne chiamato a far parte anche Aoki Konyo che ebbe il compito di creare un dizionario nippo-olandese.
Gli Olandesi erano l’unico popolo europeo a mantenere qualche contatto con il Giappone. Con l’arrivo dei Tokugawa, e la persecuzione dei cattolici, il Portogallo, con i suoi missionari, venne espulso dal Paese sostituita appunto dall’Olanda che, oltre ad essere un Paese protestante – che i Giapponesi vedevano di buon occhio, certamente meglio rispetto ai cattolici – era, agli inizi del XVIII secolo, una potenza commerciale e avanzata dal punto di vista della tecnologia e della cultura. Il porto di Nagasaki, l’isola artificiale di Deijima, era il punto di entrata della missione olandese che annualmente si recava ad Edo per omaggiare lo shogun.
Lo scopo degli studi era apprendere nozioni sul sapere occidentale in vari campi: astronomia, medicina, agricoltura, tecnologia, chimica, biologia, arte. Per i Giapponesi, che consideravano gli stranieri come dei demoni o degli essere inferiori, costò fatica dedicarsi alla lettura dei libri “barbari”. L’accumulo di nuove conoscenze servì però alla costruzione delle fondamenta per il grande salto che il Paese farà un secolo più tardi.

Autore : Cristiano Suriani

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