Cipango, l’Eldorado d’oriente

Condividi

CipangoIl primo giacimento di oro, in Giappone, venne scoperto nel 749 d.C. ad Oshu, nel nord-est del Paese. Alcune decine di chili del metallo prezioso furono manualmente trasportati nella capitale Nara dove vennero impiegate nella costruzione della statua del Grande Buddha. Alla fine la colossale statua, alta 15,8 metri, era completamente ricoperta di oro e questa visione impressionò non poco i visitatori, tra cui molti monaci buddisti, provenienti dalla Corea, dalla Cina e dall’India.
Anche successivamente alla costruzione del Grande Buddha, da Oshu arrivarano a Nara quantitativi di oro che servirono a finanziare viaggi di studio che i monaci buddisti giapponesi fecero in Cina. Nella capitale cinese arrivarono così studenti e diplomatici carichi di oro per il loro mantenimento. Anche questo episodio contribuì alla nascita della leggenda di un paese dell’oro chiamato Wakoku (l’antico nome cinese del Giappone).

La leggenda si sparse a macchia d’olio e arrivò alle orecchie dei mussulmani i cui mercanti la portarono nell’Asia occidentale. Siamo all’alba dell’anno 1000 e a quel tempo il Giappone esportava in Cina larghi quantitativi di oro in cambio di seta, ceramiche e altri prodotti.
La leggenda di Cipango come “paese dell’oro” accrebbe anche per l’aggiunta di elementi romanzeschi aggiuntisi man mano che il racconto veniva passato oralmente. Il libro di Marco Polo, “Il Milione”, non fece altro che confermare e diffondere la leggenda in tutta Europa. Ashikaga Yoshimitsu, shogun del periodo Muromachi, nel 1397, fece costruire, a Kyoto, un padiglione di tre piani interamente ricoperto d’oro e che è un po’ rimasto il simbolo di quell’era di grande ricchezza. Il Padiglione d’Oro e tuttora una delle maggiori attrazioni turistiche.

Nel XVI secolo arrivarono i Portoghesi che riuscirono a trovare questo fantomatico El Dorado in oriente, ma ormai il periodo dell’oro era finito. Il Giappone era diventato un grosso produttore di argento e anzi si stima che producesse, a quel tempo, un terzo di tutta la produzione mondiale di argento.
Nella seconda metà del secolo, una nuova leggenda circolò tra i marinai portoghesi: un’altra isola, vicino al Giappone, era ricca di argento ed oro. Nei decenni successivi venne inutilmente cercata da Portoghesi e Spagnoli fino a quando nel 1643 un navigatore olandese, Maerten Gerritsz de Vries, che lavorava per la Compagnia Olandese delle Indie Orientali, non la individuò nell’isola di Ezo, l’attuale Hokkaido. I progetti di sfruttamento però vennero presto abbandonati a causa del collassamento dell’impero cinese dei Ming.
L’oro, in quell’isola, c’era veramente e nel 1898 un grosso giacimento del metallo giallo venne trovato sulle rive del fiume Horobetsu e altri quantitativi minori presso altri fiumi dell’Hokkaido.

Autore : Cristiano Suriani

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.