Il festival di Obon

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Festival di ObonC’era una volta un monaco buddista di nome Maudgalyayana che era conosciuto per le sue doti di chiaroveggente. Ad un certo punto della sua vita, volle usare i suoi poteri per vedere qual era la condizione dei suoi genitori, ormai morti da tempo: sotto che forma erano rinati. Con sorpresa scoprì che il padre dimorava in uno dei Regni Celesti; la madre, invece, stava più in basso, in un luogo chiamato Regno degli Spiriti Affamati. La madre era rinata sottoforma di Preta, un essere che, a causa della sua gola lunga e sottile, non riusciva a mangiare: era sempre affamato e alla ricerca di cibo. La madre del monaco, in vita, era stata avida di denaro e non si era comportata con gentilezza verso i monaci che erano venuti alla sua casa in cerca di un posto dove dormire e mangiare: era questa la ragione per cui era rinata nel Regno degli Spiriti Affamati.

Maudgalyayana chiese al Buddha quali fossero le azioni da intraprendere per poter alleviare le sofferenze della madre; la risposta non tardò: doveva mettere del cibo su un piatto pulito e recitare sette volte un determinato mantra. Il Buddha stabilì che ogni anno, nel quindicesimo giorno del settimo mese lunare, Maudgalyayana avrebbe dovuto compiere questo gesto e offrire cibi e vestiti a cinquecento monaci buddisti; questo gesto positivo, avrebbe compensato il comportamento negativo della madre. Alla fine la madre potette lasciare il Regno degli Spiriti Affamati e rinascere in forma umana.

Il racconto, presumibilmente indiano, mediante il buddismo, arrivò in Cina e, da qui, in Giappone. La festività che celebra questo evento è chiamato, con una parola del sanscrito, “Ullambana” (lett. “appeso a testa in giù”). La traslitterazione giapponese è “Urabon”, da cui deriva il termine “Obon”.
Il festival di Obon ha lo scopo di alleviare chi vive “appeso a testa in giù”, gli spiriti affamati che, a causa della loro condizione, non riescono a cibarsi.

Il festival di Obon, oggi, è una festa buddista per onorare gli spiriti degli antenati. Secondo la credenza popolare, durante i giorni della festa di Obon, gli spiriti dei parenti defunti tornano nel nostro mondo per fare visita alle loro famiglie.
E’ un festival che dura tre giorni; si festeggia a metà agosto (Hachigatsu Bon) anche se, in alcune parti del Paese, lo si festeggia alla metà di luglio (Shichigatu Bon), secondo l’antico calendario lunare. In origine lo si festeggiava in luglio, ma poi, con l’epoca Meiji, venne addottato il calendario gregoriano e quindi la festa slittò al mese successivo.

E’ una festività in cui le famiglie si riuniscono; chi vive nelle grandi città, torna nel paese di origine per visitare, e sistemare, le tombe degli antenati. Di fronte alle abitazioni, vengono appese delle lanterne che hanno lo scopo di guidare gli spiriti. La gente, durante la tradizionale danza (Bon-Odori), indossa il kimono o, meglio, il più fresco yukata; visita la tomba di famiglia e prepara il cibo, a casa, o presso il tempio, destinato agli affamati spiriti. Tra i cibi, vengono offerti: riso, frutta, vegetali, torte e dolci.
Alla fine del periodo di Obon c’è il Tōrō nagashi: centinaia di piccole lanterne vengono posate sull’acque e portate via dalla corrente; hanno il compito di accompagnare gli spiriti di ritorno al loro mondo.

Bon OdoriUna nota particolare è da riservare alla danza Bon Odori che si svolge durante questo festival. Ritornando alla storia del monaco buddista Maudgalyayana, dopo aver scoperto che i suoi sacrifici avevano permesso alla madre di lasciare il suo stato di Spettro Affamato, si diede ad una danza di gioia: è proprio questa danza che il Bon Odori rappresenta. E’ una danza fokloristica, religiosa e di gioia. Si svolge nei templi buddisti o in capienti luoghi pubblici. Ha origini molto antiche; risale addirittura al periodo Muromachi (XIV-XVI secolo d.C.). Con il passare del tempo ha un po’ perso il suo significato religioso, per assumere una connotazione associata con il periodo estivo. Esiste una musica “ufficiale” che ogni zona del Giappone utilizza per il Bon Odori, ma molto spesso vengono suonati anche pezzi moderni e, addirittura, note canzoncine per bambini. Anche la stessa danza viene ballata con stili diversi a seconda della regione.
A titolo di esempio, possiamo citare l’Hokkaido, dove viene suonato il “Soran Bushi”, a Tokyo il “Tokyo Ondo”, nella prefettura Shingo il “Gonshu Ondo”, nel Kansai il “Kawachi Ondo”, a Kagoshima l’”Ohara Bushi”.

Per finire, una curiosità: il celebre racconto di fantasmi, Bontan Doro, si svolge proprio durante il festival di Obon. Il periodo di Obon si presta perfettamente come scenario per racconti, o film, di fantasmi.

Autore : Cristiano Suriani

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