La battaglia di Aizu, 1868

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Battagli di AizuSiamo agli inizi dell’ottobre del 1868 e la guerra civile entra in una nuova fase; una fase che avrebbe fatto da preludio a quella finale in terra di Ezo, l’odierna isola di Hokkaido.

Durante la Storia del Giappone, era frequente che i protagonisti cambiassero più nomi durante la loro esistente. Era questo il caso di Tokugawa Ieyasu che, alla nascita, aveva il nome di Matsudaira Takechiyo; assunse poi il nome di Matsudaira Motoyasu per diventare, infine, Tokugawa Ieyasu, capostipite della famiglia Tokugawa.
Masayuki era uno dei figli del secondo shogun Tokugawa, Hidetada. Masayuki venne adottato dalla famiglia Hoshino, lord del dominio del Takatō. Nonostante l’adozione, mantenne il privilegio di essere un discendente di Ieyasu e quindi venne scelto come precettore di Ietsuna, il quarto shogun della dinastia, fino al raggiungimento della maggiore età. Per i servizi resi, Hoshino Masayuki ricevette il dominio dell’Aizu e, successivamente, il privilegio di usare il nome Matsudaira. Pertanto i clan Matsudaira-Hoshino e Tokugawa erano imparentati.

Nella seconda metà del XIX secolo, l’Aizu era uno degli alleati più fedeli dello shogunato.
Dal 1862 al 1868, quasi ininterrottamente, Matsudaira Katamori, il leader della famiglia Matsudaira, occupò la carica di Kyoto Shugoshoku, protettore della città di Kyoto. Quale protettore della capitale politica, il clan Matsudaira svolgeva compiti di polizia, ripulendola dalla presenza di elementi filo-imperiali. A questo scopo Katamori creò degli speciali corpi di polizia fra i quali, il più noto, fu il Shinsengumi.
Katamori, fra l’altro, ebbe anche un ruolo fondamentale nello sventare il tentativo del dominio del Chōshū di mettere a ferro e a fuoco la città e di assalire il Palazzo Imperiale per rapire il l’Imperatore.

Matsudaira Katamori
Matsudaira Katamori

Allo scoppio della guerra di Boshin, il clan Matsudaira fu uno dei più convinti alleati dello shogunato; però, dopo la sconfitta nella battaglia di Toba e Fushimi, Katamori ritenne più conveniente lasciare Kyoto e tornare nel suo dominio di origine, l’Aizu.
Il dominio dell’Aizu, situato nell’odierna prefettura di Fukushima, era noto per la qualità dei suoi samurai e per la loro abilità nelle arti marziali. La città principale era Aizu-Wakamatsu, sorta attorno al castello Kurokawa, costruito nel 1384 da Ashina Naomori, poi chiamato Tsuruga dal 1590.
Era quindi. quello dell’Aizu, un dominio potente ed importante, con un esercito, superiore alle 5000 unità, composto da samurai ben addestrati.

Nonostante i consigli di chi stava attorno a lui, Matsudaira Katamori decise di continuare a combattere contro il governo imperiale. L’Aizu non era l’unico dominio ancora in lotta contro la corte imperiale, ma era il dominio più potente, la roccaforte che, una volta sconfitta, avrebbe portato alla resa di tutti i domini ribelli del nord dell’isola di Honshu.
Dopo la conquista di Edo, gli imperiali erano decisi a domare anche il nord del Paese, ancora fedele all’ex-Shogun. Saigo Takamori preparò l’avanzata verso il settentrione del Paese; avanzata su due direttrici: verso l’Aizu e lungo la costa del Mar del Giappone, contro il dominio di Akita.

Dopo la presa del castello di Nagaoka, e la vittoria sul Bonari Pass, gli imperiali arrivarono al castello di Tsurugu e, l’8 ottobre 1868, iniziò l’assedio che sarebbe durato un mese.
Le forze in campo erano nettamente a favore dell’esercito imperiale, meglio armato e più numeroso. Gli assedianti, al comando di Kuroda Kiyotaka erano circa 15.000, per la maggior parte provenienti dal Satsuma e dal Chōshū. I difensori del castello ammontavano a 5.000, compresi donne, anziani e bambini, ed erano agli ordini di Matsudaira Katamori; i combattenti provenivano per lo più del dominio dell’Aizu e, a loro fianco, quello che rimaneva del Shinsengumi. Da notare che gran parte dell’esercito fedele all’ex-Shogun, composto dalle truppe dell’Alleanza Settentrionale, non partecipò alla battaglia: si sarebbe presto imbarcata, agli ordini di Enomoto Takeaki alla volta dell’isola di Ezo.

Il bombardamento del castello fu subito pesante anche perché gli assedianti potevano sparare dalle vicine alture del Monte Oda. I difensori rispondevano con raid notturni con cui riuscivano a danneggiare l’artiglieria nemica.

Castello di Tsuruga
Castello di Tsuruga

L’Aizu, per la difesa del dominio, aveva creato quattro unità: il “Genbutai” (Tartaruga Nera), “Seiryūtai” (Dragone Azzurro), “Suzakutai” (Uccello Vermiglio) e “Byakkotai” (Tigre Bianca)
Il Byakkotai è sicuramente l’unità più famosa ed era composta da 300 ragazzi di 15-17 anni, figli di samurai dell’Aizu. Durante i combattimenti, presso il villaggio di Tonoguchi, un gruppo di una ventina di questi ragazzi venne costretto alla fuga e riuscì a ritirarsi presso la vicina collina di Limori da dove era possibile osservare l’andamento della battaglia. Dal fumo che saliva dal castello, i ragazzi credettero, poi si scoprì erroneamente, che la battaglia era ormai persa e che il loro signore fosse morto. Decisero quindi di prendere la sola strada prevista, in questi casi, dal codice del samurai: il suicidio, il seppuku.
Solo uno sopravvisse, un certo Iinuma Sadakichi che fallì nel tentativo di uccidersi e venne poi soccorso da un contadino. Sadakichi poi visse a Sendai e morì nel 1931; venne sepolto insieme ai suoi compagni, sulla collina di Limori.

Una curiosità: per vie piuttosto fortunose, sul finire degli anni ’20, Benito Mussolini venne a conoscenza di questo fatto. Impressionato dal sacrificio di questi ragazzi, e dalla filosofia del Bushido, volle donare una colonna, sormontata da un’aquila, che ancora oggi si può vedere sulla collina di Limori dove si può trovare anche il monumento funebre che ricorda il gesto estremo di queste giovani tigri bianche.

Oltre all’episodio legato al Byakkotai, la battaglia è ricordata anche per l’impiego, tra le file delle truppe dell’Aizu, di un gruppo di 20 donne guerriere: Joushitai era il nome dell’unità comandata dalla figura, quasi leggendaria, di Nakano Takeko.
Nel dominio dell’Aizu, le donne erano istruite nelle arti marziali e nell’uso del naginata, un’asta di 2-3 metri all’estremità della quale c’era una lama ricurva di 60 cm.

Nakano Takeko
Nakano Takeko

Nakano Takeko, nota per la sua bellezza e abilità con il naginata, sembra che ogni mattina si allenasse duramente nell’uso della spada; oltre alle arti marziali era anche abile calligrafa.

Il Joushitai combattè valorosamente contro un nemico di molto superiore numericamente e dotato di armi da fuoco. Fu proprio un proiettile che ferì mortalmente Nakano la quale, prima di spirare, chiese alla sorella di tagliarle la testa e riportarla a casa: preferiva morire, piuttosto che essere fatta prigioniera.

L’assedio durò un mese e il bombardamento raggiunse livelli molto pesanti per i difensori: i cannoni circondavano interamente il castello e martellavano costantemente l’edificio.
Il 6 novembre il castello di Tsuruga, finalmente si arrese; metà degli occupanti erano morti. Matsudaira Katamori, fatto prigioniero, venne portato ad Edo; successivamente divenne capo-monaco in un tempio di Nikko; morì nel 1893. Hijikata Toshizō, leader del Shinsengumi, riuscì a fuggire e a raggiungere l’isola di Ezo.

Il castello di Tsuruga, nella città di Aizuwakamatsu (prefettura di Fukushima), venne pesantemente danneggiato durante l’assedio. Nel 1874, il nuovo governo imperiale, decise di demolirlo, ad eccezione dei muri perimetrali.
La torre principale venne ricostruita, fedele all’originale, nel 1965. Attualmente ospita un museo storico.
Il castello di Tsuruga è uno dei castelli più famosi e belli del Giappone.

Autore: Cristiano Suriani

Fonti:

The Battle of Aizu di Shimazu Masayoshi
The Aizu War and Wakamatsu Castle
Strange But True Stories from Japan di Jack Seward

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