Le Imperatrici del Giappone

Condividi

Stemma YamatoL’articolo 2 della Costituzione giapponese recita : “Il trono imperiale è dinastico e successorio in conformità alla Legge sulla Casa imperiale approvata dalla Dieta.”
La legge salica approvata dalla Dieta, prevede che al Trono possano salire solo eredi di sesso maschile. Questo significa che le donne della Casa Imperiale sono escluse dalla successione, ma non è stato sempre così: in passato ci sono state diverse imperatrici.

L’attuale imperatore, Naruhito, ha un fratello, il Principe Fumihito (Akishino) che è il primo nella linea di successione. Naruhito e la moglie, Masako, hanno una figlia, Aiko; il Principe Akishino e la Principessa Kiko, dal canto loro, hanno due figlie, le principesse Kako e Mako. Naruhito, a dire il vero, avrebbe anche una figlia, Sayako, che, dopo aver sposato un dipendente comunale, è di fatto uscita dalla Famiglia Imperiale; così come è anche uscita Mako dopo aver sposato Kei Komuro, un semplice giovanotto compagno d’università.

Dal 1965 in poi, non sono nati figli maschi. La situazione cominciava ad essere preoccupante, ma, nel dicembre del 2006, la nascita di Hisahito, figlio di Akishino, fece tirare a tutti un sospiro di sollievo. Il Principe Hisahito è ora al secondo posto nella linea di successione.
Negli anni precedenti la nascita dell’erede, attorno alla legge salica, ci fu una grande discussione: sembrava che fosse la volta buona per dare, anche alle donne, il permesso di salire al trono, ma la nascita di Hisahito chiuse ogni discussione e il progetto di legge venne accantonato.
Attualmente solo ai maschi è permesso sedere sul Trono del Crisantemo, ma, nella Storia del Giappone, le sovrane regnanti, non mancarono.

Himiko e Jingu, tra mito e Storia

In tutta la Storia del Giappone, non furono molte le imperatrici: una decina in tutto. Delle prime due, addirittura, non si è neanche certi della loro identità essendo vissute in un periodo molto remoto – attorno al III secolo d.C. – quando la leggenda aveva ancora la prevalenza sulla Storia. Le Imperatrici Himiko e Jingu, le prime due sovrane, sono personaggi avvolti nel mistero e nella leggenda; essendo vissute, più o meno, nello stesso periodo, alcuni studiosi pensano che, in realtà, fossero la stessa persona.
La loro esistenza è così fumosa che non fanno neanche parte della lista ufficiale dei sovrani che, fino ad ora, hanno regnato sul Giappone.

Imperatrice Himiko
Imperatrice Himiko

L’Imperatrice Himiko è un personaggio, come dicevamo, avvolto nella leggenda; nè il Nihon Shoki, nè il Kojiki – due importanti testi antichi che raccontano la mitologia e la storia remota del Giappone – fanno riferimento a questo personaggio. Su di lei, invece, sono tanti i riferimenti negli antichi testi cinesi, secondo i quali Himiko avrebbe governato sulla terra di Yamatai, uno dei maggiori regni che, nel III secolo d. C., costellavano l’arcipelago che poi sarebbe stato chiamato Giappone (a quel tempo, nelle cronache cinesi, veniva chiamato Wa). Secondo la leggenda, sarebbe stata una sciamana che viveva reclusa in un monastero e che comunicava all’esterno solo mediante uno schiavo, l’unico che possedeva. Avrebbe regnato per 59 anni, dal 189 al 248 d.C., sulla terra di Yamatai la cui locazione, per altro, è incerta: chi dice nell’isola del Kyushu, chi dice nell’Honshu, magari identificando il Yamatai con la terra di Yamato.
Alla sua morte venne sepolta in un Kofun – il tradizionale grande tumulo riservato a importanti personalità – che sembra debba trovarsi nella zona di Nara.

Avvolta nella leggenda era anche l’Imperatrice Jingu che avrebbe governato dal 209 al 269 d.C. Di lei abbiamo documentazioni giapponesi (Kojiki e Nihon Shoki) e, per questo, inizialmente venne inclusa nella lista ufficiale degli imperatori che sedettero sul Trono del Crisantemo. Fu il primo monarca giapponese ad aver guidato l’esercito al di fuori dei confini del Paese: nella fattispecie contro il regno di Silla, nella penisola coreana. E’ stata questa impresa a rendere celebre l’Imperatrice che, secondo la leggenda, guidò l’esercito vestita da uomo e, addirittura, nascondendo la sua gravidanza. La campagna coreana durò tre anni e Jingu tornò in Patria vincitrice.
Durante il periodo Meiji, la figura di Jingu, a causa della mancanza di documenti certi e attendibili, venne depennata dalla lista ufficiale dei regnanti.

Il “Periodo delle imperatrici”

Imperatrice Suiko
Imperatrice Suiko

Con il passare degli anni, il mito lascia il posto alla Storia.
Nel 593 d.C. abbiamo la prima Imperatrice ad essere inserita ufficialmente nella lista dei monarchi del Giappone: l’Imperatrice Suiko. il 33° monarca in ordine cronologico. Con Suiko iniziò anche il cosiddetto “Periodo delle imperatrici” – un periodo di 178 anni in cui ben sei donne sedettero sul Trono del Crisantemo. Per essere precisi, furono otto le imperatrici in quanto due donne, come vedremo, salirono al trono due volte.

L’Imperatrice Suiko regnò 35 anni: dal 593 al 628 d.C. Figlia dell’Imperatore Kimmei e sorellastra degli Imperatori Bidatsu, Yomei e Sushun. Di Bidatsu, fu addirittura la moglie. I tre fratelli salirono al trono, uno dopo l’altro; alla morte violenta di Sushun, viene chiesto a Suiko di prendere il posto del fratellastro e così divenne, ufficialmente, la prima Imperatrice del Giappone. Era anche una monaca buddista e, durante il suo lungo regno, si adoperò per la diffusione del buddismo nel Paese.
Come spesso è accaduto nella storia del Giappone, il potere effettivo era esercitato da chi viveva nell’ombra; in quel specifico periodo, i monarchi erano poco più che marionette in mano alla potente famiglia dei Soga. Sembra che l’Imperatrice Suiko fosse un’eccezione: si mostrò forte ed indipendente dalla volontà del clan dei Soga.
Durante il suo regno, non solo si applicò a diffondere il buddismo, ma lavorò anche per l’apertura delle relazioni con la dinastia imperiale cinese Sui. Il Principe Shotoku, una sorta di vice-imperatore, scrisse una Costituzione basata su 17 articoli; inoltre, all’inizio, del VII secolo, venne adottato un nuovo sistema nobiliare basato su 12 livelli. Sia la Costituzione, che il sistema nobiliare, erano fortemente influenzati dalla cultura cinese. Questa massiccia influenza della cultura cinese, nel Paese nipponico, era il leit-motiv che contraddistinse il regno dell’Inmperatrice Suiko.
Sul letto di morte l’Imperatrice designò come successore il principe Tamura, nipote dell’Imperatore Bidatsu, che salì quindi al trono con il nome di Imperatore Jomei.

L’Imperatore Jomei, durante il suo regno, sposò la nipote, principessa Takara la quale, alla morte del marito, nel 641, salì al trono con il nome di Imperatrice Kogyoku.
La Principessa Takara fu quindi, ufficialmente, la seconda donna a salire sul Trono del Crisantemo; anzi, ci salì addirittura due volte, e con due nomi diversi: come Imperatrice Kogyoku (dal 642 al 645) e come Impertrice Saimei (dal 655 al 661).

Imperatrice Kogyoku/Saimei
Imperatrice Kogyoku/Saimei

Il primo regno durò solo pochi anni e fu contraddistinto dalla lotta per sopprimere il clan Soga; nel 645, uno dei figli dell’Imperatrice, il Principe Naka no Oe, uccise in modo brutale, davanti al trono, Soga no Iruka, l’ultimo esponente del ramo principale dei Soga. L’Imperatrice Kogyoku, scioccata da questo episodio, lasciò il trono a favore del fratello, il Principe Karu (Imperatore Kotoku), il quale regnò fino al 654. Alla sua morte, ritornò sul trono la Principessa Takara, questa volta con il nome di Saimei. Il suo secondo regno, non durò molto più a lungo del primo: sette anni, fino al 661. L’evento più importante, durante il regno dell’Imperatrice Saimei, fu sicuramente la preparazione di una spedizione militare nella penisola coreana dove, insieme all’alleato, il regno di Paekche, avrebbe dovuto combattere contro il regno di Silla. La spedizione militare venne però bloccata, quasi subito, dalla morte della sovrana.
A succederle, fu il primo dei suoi figli: il Principe Naka no Oe (Imperatore Tenji).

Facciamo un salto fino al 673 quando salì al trono il secondo figlio dell’Imperatrice Kogyoku/Saimei, il Principe Oama (Imperatore Tenmu).
Durante la sua vita, il Principe Oama ebbe molte mogli, tra le quali le figlie del fratello, l’Imperatore Tenji (sposare una nipote, serviva rafforzare il legame tra i due fratelli). Una di queste spose, fu la nipote Unonosarara che poi, alla morte del marito, nel 686, salì al Trono con il nome di Imperatrice Jito.
Lo scopo di Jito, era esercitare il governo, in attesa che il figlio, il Principe Kusakabe, raggiungesse la maggiore età; Kusakabe, però, morì prima di salire al Trono. Il figlio di quest’ultimo, il Principe Karu (Mommu) divenne allora l’erede designato; all’arrivo della sua maggiore età, l’Imperatrice Jito abdicò (697) pur continuando, dal suo ritiro in clausura, a manovrare i fili del potere.

Dieci anni dopo, nel 707, salì al trono la Principessa Abe (Imperatrice Genmei), figlia dell’Imperatore Tenji, sorellastra minore dell’Imperatrice Jito e nipote dell’Imperatrice Kogyoku/Saimei. Aveva sposato il Principe Kusakabe, e salì al trono alla morte del loro figlio, l’Imperatore Monmu. Il regno di Genmei durò fino al 715 e furono vari i fatti importanti accaduti in questo periodo di otto anni. Nel 710 l’Imperatrice si stabilì a Nara che quindi divenne la capitale dell’Impero; il periodo di Nara sarebbe durato fino al 794 quando la capitale venne trasferita ad Heian-kyo, l’odierna Kyoto.
L’anno successivo, nel 711, venne pubblicato, in tre volumi, il Kojiki “Cronaca di Antichi Eventi”. Il Kojiki è uno dei libri fondamentali per capire i miti e la storia del Giappone remoto: racconta della mitica Creazione del Giappone, da parte delle divintà primordiali, fino a raccontare il regno dell’Imperatrice Suiko; l’Imperatrice Genmei sponsorizzò la stesura finale di questa grande opera. Nel 713, sempre per iniziativa dell’Imperatrice Genmei, venne iniziata la compilazione del Fudoki, un testo molto importante con una miniera di informazioni sulla geografia e sull’agricoltura, sul momdo animale e vegetale e sui fatti, degni di nota, che ogni anno succedevano in Giappone.

Nel 715 L’Imperatrice Genmei abdicò a favore della figlia, la Principessa Hidaka, conosciuta come Imperatrice Gensho. L’anno precedente aveva nominato successore il Principe Obito, il figlio del defunto fratello, l’Imperatore Monmu; l’Imperatrice Gensho aveva quindi il compito di governare fino alla maggiore età del Principe Obito, suo cugino.
Genmei visse in ritiro per altri sette anni, fino alla sua morte, avvenuta nel 721 a 61 anni.

A succedere all’Imperatrice Genmei, fu quindi la figlia, la Principessa Hidaka che poi prese il nome di Imperatrice Gensho. Fu la 44° regnante della lista ufficiale dei sovrani del Giappone. Sorella maggiore dell’Imperatore Monmu e figlia del Principe Kusakabe e dell’Imperatrice Genmei; fu quindi l’unico caso in cui una Imperatrice subentrò ad un’altra Imperatrice.
Regnò dal 715 al 724 e abdicò a favore di suo nipote, il Principe Obito (Imperatore Shomu). Durante il suo regno, nel 720, venne terminato il Nihon Shoki, altro testo fondamentale, insieme al Kojiki, per comprendere gli accadimenti del Giappone arcaico; rispetto al Kojiki, è meno impregnato di mitologia e leggende: per questo è tenuto maggiormente in considerazione dagli storici e dagli archeologi.
Dopo l’abdicazione, Gensho visse ancora 25 anni: non si sposò mai e non ebbe figli. Morì a 65 anni.
All’Imperatore Shomu, successe l’ultima donna di questo periodo chiamato l’”Epoca delle Imperatrici”: la Principessa Abe che salì due volte sul trono: nel 749, fino al 758, e dal 764 al 770.
La prima volta con il nome di Imperatrice Koken e la seconda volta con il nome di Imperatrice Shotoku.

Imperatrice Koken/Shotoku
Imperatrice Koken/Shotoku

L’Imperatrice Koken salì al trono, nell’anno 749, a seguito dell’abdicazione del padre, l’Imperatore Shomu. Nel 758 abdicò a favore del cugino, l’Imperatore Junnin il quale, nel 764, venne costretto ad abdicare dalla sua madre adottiva. Dopo Junnin, tornò sul trono la Principessa Abe, questa volta con il nome di Imperatrice Shotoku. Il regno di Shotoku, durò fino alla morte, avvenuta nel 770.
Nei due regni della Principessa Abe, non ci furono eventi degni di nota. L’unica cosa meritevole di segnalazione è la vicenda del monaco buddista Dokyo. Questi, amante dell’Imperatrice Koken, scalò le gerarchie e accumulò sempre maggior potere. Solo la morte dell’Imperatrice Shotoku, e la resistenza dell’aristocrazia, fecero fallire il suo piano di sedersi sul Trono del Crisantemo.

Le imperatrici del periodo di Edo

Con l’Imperatrice Shotoku si chiuse l'”Epoca delle Imperatrici”. Ci vorranno quasi 1000 anni prima di rivedere una donna sul trono: fu l’Imperatrice Meisho, nel 1629, agli inizi del periodo Tokugawa, ad interrompere una lunga sequenza di sovrani maschili. La Principessa Okiko – questo era il suo nome prima di salire al trono -, era figlia dell’Imperatore Go-Mizunoo e come madre aveva una rappresentante della famiglia Tokugawa: Masako, una nipote del grande Tokugawa Ieyasu. All’abdicazione di Go-Mizunoo, salì quindi al trono Okiko che assunse il nome di Imperatrice Meisho (il nome deriva dai nomi di due precedenti Imperatrici: Genmei e Gensho. Salì al trono nel 1629, all’età di appena cinque anni: governò per 14 anni, fino al 1643.

Durante il suo regno ci fu la famosa rivolta cattolica di Shimabara (1637-1638), nel Kyushu; la rivolta, nel 1638, venne schiacciata dallo shogunato. La religione cattolica, che, fino ad allora, era a malappena tollerata, venne bandita dal Paese e i suoi seguaci perseguitati.

Nella Storia giapponese, tranne pochi casi, l’Imperatore non ha mai avuto in mano il potere effettivo che, invece, era spesso esercitato dagli shogun o dai grandi e potenti clan del periodo Heian. Nonostante ciò la figura del sovrano, grazie alla sua riconosciuta prerogativa divina – era pur sempre il discendente diretto della dea del sole Amaterasu -, manteneva sempre un grande prestigio; era la fonte del potere che altri esercitavano, almeno teoricamente, in suo nome. Molto spesso gli Imperatori vivevano reclusi nel loro Palazzo Imperiale di Kyoto e si dedicavano alle cerimonie religiose e ad attività ludiche e culturali.
Così fu anche durante il periodo di Edo (1603 – 1868): i sovrani erano dei fantocci nelle mani degli shogun Tokugawa. Solo con l’Imperatore Meiji la situazione mutò radicalmente.

Imperatrice Go-Sakuramachi
Imperatrice Go-Sakuramachi

Nel 1762 abbiamo l’ultima Imperatrice a governare sul Giappone: Go-Sakuramachi. Sedette sul trono fino al 1771. Nella lista cronologica dei regnanti occupa la 117° posizione. Nata con il nome di Toshiko, era figlia dell’Imperatore Sakuramachi e fratello dell’Imperatore Momozono da cui ereditò il trono. L’erede designato sarebbe dovuto essere il Principe Hidehito, ma era troppo giovane e quindi la zia Toshiko salì sul trono in attesa della maggiore età del nipote.
Durante questo periodo, scrisse un libro “Matters of Years in the Imperial Court” che includeva poemi, lettere e varie cronache che, come importanti documenti storici, raccontano delle vicende politiche e culturali avvenuti durante il suo regno.
Dopo nove anni, Go-Sakuramachi abdicò e si ritirò a vita privata; morì nel 1813 a 73 anni, senza lasciare figli.

Nella storia del Giappone, sebbene ci fossero state varie Imperatrici regnanti, da non confondere con le Imperatrici consorti, la regola generale prevedeva la successione maschile al trono; molto spesso le Imperatrici salirono al trono solo in attesa che il legittimo erede maschile raggiungesse l’età giusta per ricoprire il supremo incarico.
Dopo Go-Sakuramachi, non ci furono più Imperatrici regnanti e, fintanto che non cambierà la legge salica, non ce ne saranno in futuro.

Autore : Cristiano Suriani

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.