L’orribile Kuchisake-onna

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Kuchisake onnaSe vi doveste trovare in Giappone a camminare, in una serata nebbiosa, lungo una strada poco frequentata e incontraste una donna affascinante, con indosso una mascherina, che vi chiedesse “Sono bella ?”, state attenti a come rispondete perchè, con ogni probabilità, avete incontrato una Kuchisake-onna.

La Kuchisake-onna, o “donna dalla bocca spaccata”, è la protagonista di una leggenda urbana famosa in tutto il Giappone e sono molti a giurare che non si tratti solo di una leggenda.

A quel tempo c’era un samurai che aveva una concubina (o moglie secondo alcune versioni del racconto) di cui era follemente innamorato. Un giorno però lui scoprì che lo tradiva e, accecato dalla gelosia, estrasse la sua katana e sfregiò la donna aprendole una ferita che andava, passando sulla bocca, da un orecchio all’altro. A questo punto il samurai disse alla concubina : “adesso chi penserà che tu sia ancora bella ?”.
Da allora lo spirito della donna è in continua ricerca di vittime su cui scatenare la propria vendetta.

Kuchisake-onnaPartendo da questo episodio, è nata una leggenda metropolitana di una donna che girerebbe per le strade deserte, specialmente nei giorni di nebbia, in cerca di vittime, armata di forbici. Le vittime preferite sarebbero giovani, ragazzi e ragazze, in età scolastica.
La Kuchisake-onna, riconoscibile perchè indossa una mascherina sul viso, dopo aver individuato la sua vittima, le si avvicinerebbe e le rivolgerebbe una domanda secca: “Sono bella ?”. Visto che si tratta effettivamente di una bella donna, la risposta del predestinato non potrebbe essere che positiva. Successivamente la donna si toglierebbe la mascherina, rivelando così l’orrendo sfregio, e ripeterebbe la domanda: “Sono ancora bella ?”. A quel punto arriverebbero i problemi per il malcapitato: se dovesse rispondere “no” allora la sua sorte sarebbe segnata e verrebbe ucciso, mediante un colpo di forbici, sul posto e, se si dovesse trattare di una donna, diventerebbe lei stessa una Kuchisake-onna; rispondendo “si”, la sua fine sarebbe invariabilmente la stessa, ma soltanto ritardata (la donna seguirebbe la vittima per poi ucciderla, sulla soglia di casa). L’unico modo che avrebbe la vittima di salvarsi, sarebbe quella di distrarre lo spirito della donna, per esempio, gettandole addosso dei dolci o dando una risposta vaga alla seconda domanda. Di fronte ad una risposta interlocutoria, la donna non saprebbe come comportarsi e la vittima avrebbe tutto il tempo per fuggire.

Naturalmente poi ci sono delle versioni leggermente diverse della leggenda, ma il nocciolo della storia non cambia: per esempio alcune differiscono sul modo con cui la Kuchisake-onna ucciderebbe la vittima o sulle risposte, e le relative conseguenze, alla seconda domanda rendendo così la storia più o meno paurosa.

Essendo una leggenda, perdipiù metropolitana, ha poca credibilità come quasi tutte i racconti di questo tipo. Ebbe un certo successo negli anni ’70 quando la polizia trovò dei corpi di bambini sfregiati e la donna, ritenuta colpevole delle uccisioni, aveva un orrendo sfregio che andava da un orecchio all’altro: la donna morì prima di essere arrestata.
Come tutte le storie del genere, era inevitabile che il mondo dell’intrattenimento non pescasse da questa leggenda: nei manga e negli anime i riferimenti alla leggenda di Kuchisake-onna non mancano di certo.
Naturalmente anche il cinema ha ripreso il personaggio: è del 2007, per esempio, un film chiamato appunto “Kuchisake-onna” di Koji Shiraishi che però non entrerà certo nell’olimpo dei grandi film horror.

Autore : Cristiano Suriani

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