Sentō, il tradizionale bagno pubblico

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Un sentō moderno
(sanmai, CC BY 2.0, attraverso Wikimedia Commons)

I giapponesi hanno sempre avuto la passione per il bagno; un bagno non solo per pulizia personale, ma anche come atto di purificazione: un rito da compiere quotidianamente al fine di eliminare lo stress e la fatica del giorno.
A casa di mia suocera, ad esempio. ogni sera c’è la fila per l’ofuro, l’immersione nella vasca da bagno.
A livello pubblico ci sono i famosi onsen, i bagni termali, o, altra importante tipologia di bagno pubblico, i sentō. Il sentō, a differenza dell’onsen, utilizza normale acqua proveniente dall’acquedotto pubblico.

SentōLa storia del sentō prende origine da un’epoca molto remota: sembra che le prime testimonianze risalgano addirittura al periodo Heian (794 – 1185). Il bagno pubblico, che sia onsen o sentō, è una delle tradizioni più antiche e amate dai giapponesi. Il sentō, attraverso i secoli, ha subito varie trasformazioni, i locali si sono adeguati ai tempi e ai gusti del periodo, ma la funzione principale è rimasta la stessa, immutata nei secoli.
Fino al periodo di Edo esistevano molti sentō misti, in cui uomini e donne prendevano il bagno insieme; poi arrivarono gli occidentali e con loro la critica su questa “pericolosa” promiscuità; il governo Meiji decise quindi di bandire i bagni pubblici misti.
Curiosamente, nonostante la lunga tradizione, il periodo d’oro del sentō furono gli anni ’60 del XX secolo: nel 1968 c’erano 18.325 sentō in tutto il Giappone.

Con la comparsa di case private dotate di una stanza per il bagno, il sentō cominciò il suo declino. Attualmente, in tutto il Paese, sono ancora in attività circa 4.000 bagni pubblici, ma il loro numero è in costante diminuzione. Molti locali, per cercare di sopravvivere, offrono anche serzio di parcheggio, ristorante e altro, con lo scopo di attirare nuovi clienti.

SentoDal punto di vista dell’architettura, il sentō è diviso in tre parti: lo spogliatoi, l’area di balneazione e la caldaia dove l’acqua viene riscaldata prima di entrare nelle vasche. Ogni zona, a parte la caldaia, è divisa in due parti distinte: quella riservata alle donne e quella per gli uomini.
Tra lo spogliatoio maschile e quello femminile c’è una piattaforma, detta bandai, in cui, quello che è in pratica il custode del sentō (bandai-san), riceve il pagamento per l’accesso ed eventualmente vende sapone e altri oggetti necessari per il bagno. Dal bandai è possibile osservare sia lo spogliatoio maschile che quello femminile: pertanto, molto spesso, il bandai-san è una donna anziana.

L’area di balneazione è composta da una zona con docce dove, prima di entrare nella vasca, ci si insapona e ci si pulisce (mai entrare nelle vasche insaponati o sporchi !)
L’acqua della vasca è di circa 43 gradi; può anche essere presente una vasca di acqua fredda con temperatura di 15 gradi. Infine, in fondo, al locale, c’è la caldaia per il riscaldamento dell’acqua. Il metodo con cui l’acqua viene portata a giusta temperatura può variare da locale a locale.

Caratteristico è poi il mosaico del Monte Fuji che, in molti sentō, copre un’intera parete dando l’impressione di fare il bagno ai piedi della grande montagna considerata sacra dai giapponesi.

Autore : Cristiano Suriani

Link : The Story of “Sentō”: A History of Public Bathhouses in Japan

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