Shuten-dōji, il Re dei demoni

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Shuten-dōjiUno dei personaggi più noti del folklore giapponese, è sicuramente Shuten-dōji (“Piccolo ubriacone”), considerato il re degli Oni (“Demoni”).

La leggenda racconta che Shuten-dōji, all’origine, fosse un bambino umano nato dall’unione di una donna con il grande drago Yamata-no-Orochi che, secondo un’altra leggenda, verrà poi ucciso dal dio Susanoo (all’interno di una delle code di Yamato-no-Orochi, Susanoo, troverà la mitica spada Kusanagi che poi regalerà, in segno di pacificazione, a sua sorella Amaterasu, la dea del Sole).

Il piccolo crebbe insolitamente forte ed intelligente; i suoi compagni cominciarono ad evitarlo e a chiamarlo bambino-demone a causa della grande forza; evitato da tutti, si ritirò dalla vita sociale e iniziò a provare risentimento verso gli altri bambini. All’età di sei anni venne abbandonato dalla madre.
Comunque, nonostante la cattiva sorte, riuscì a diventare apprendista dei monaci del Monte Hiei a Kyoto. Anche fra i giovani apprendisti, si distinse subito per la sua forza e la sua intelligenza; non passò molto tempo che cominciò a provare antipatia anche per i suoi giovani compagni apprendisti; diminuì il ritmo degli studi e divennero frequenti le liti in cui venne coinvolto. Iniziò anche a bere, cosa proibita tra i monaci, guadagnandosi il nome di Shuten-dōji, il piccolo ubriacone.

Durante un festival presso il tempio, Shuten-dōji bevve tanto, fino ad ubriacarsi pesantemente; indossò la maschera di un orco e cominciò a molestare e a spaventare gli altri monaci. Alla fine della festa, cercò di levarsi la maschera, ma, con orrore, scoprì che si era fusa con la sua pelle. Pieno di vergogna, rabbia e con tanti rimproveri da parte dei suoi superiori, fuggì rifugiandosi nelle montagne, lontano da ogni essere umano.
Per sopravvivere, Shuten-dōji, faceva razzie nei quartieri della periferia di Kyoto: rubava cibo e alcol, e poi tornava a rifugiuarsi neille montagne attorno a Kyoto. Presto le voci riguardo le sue bravate si diffusero e altri fuorilegge arrivarono per unirsi a Shuten-dōji.
Il giovane divenne sempre più potente ed astuto; arrivò a padroneggiare la magia nera grazie alla quale trasformò lui e i suoi uomini in una banda di Oni e Yokai, una banda di Orchi e Demoni.
Shuten-dōji, con la sua banda, fece la sua base operativa presso un castello sul monte Ōe;

Shuten Doji
Minamoto-no-Yorimitsu lotta contro Shuten-dōji sul monte Oe

Le frequenti razzie del gruppo di Oni terrorizzarono la città di Kyoto: catturavano vergini per bere il loro sangue e mangiare i loro organi.
La maledizione finì grazie ad in gruppo di eroi guidati dal leggendario Minamoto-no-Yorimitsu; assalirono il castello di Shuten-dōji e, grazie ad una pozione magica, i guerrieri riuscirono ad attaccare gli Oni fortemente ubriachi. Tagliarono la testa a Shuten-dōj, ma questa continuò a mordere, anche staccata dal corpo: Minamoto si salvò grazie ad una protezione fatta di molti strati.
Secondo la leggenda, la testa di Shuten-dōj, durante il periodo Heian (794 – 1185) venne sepolta presso il tempio Kubizuka Daimyojin nei pressi del Oinosaka Pass.
La pozione magica usata da Minamoto-no-Yorimitsu sarebbe, invece, custodita ancora oggi presso il tempio di Nariai-ji a Kyoto.

Autore: Cristiano Suriani

Fonte: yokai.com

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