Thomas Blake Glover

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Thomas Blake GloverNel luglio 2015, l’UNESCO ha inserito, nella lista dei siti “Patrimonio dell’Umanità”, 23 strutture che simbolizzano la modernizzazione industriale del Giappone durante il periodo Meiji (1868 – 1912). Distribuiti su otto prefetture, i siti storici includono l’isola di Gunkanjima, la miniera di carbone di Takashima nella prefettura di Nagasaki e la Fonderia Imperiale nella prefettura di Fukuoka. Tutti sono collegati alle origine dell’industria navale, di quella mineraria e della produzione di acciaio. Collegato ad alcuni di questi siti, ci fu un mercante scozzese di Nagasaki Thomas Blake Glover (1838 – 1911).
Nella storia della nascita del Giappone moderno la figura di Glover fu senza dubbio uno dei più interessanti e preziosi. Il suo ruolo fu importantissimo, specialmente, nell’industria navale e mineraria che Glover modernizò con l’introduzione di nuove tecnologie che migliorarono sensibilimente la quantità e la qualità della produzione.

Nato e cresciuto a Fraserburgh, vicino ad Aberdeen, era figlio di una guardia costiera della Royal Navy. Le finanze della famiglia non gli consentirono di proseguire gli studi e quindi, finita la scuola dell’obbligo, trovò lavoro come apprendista in una società navale di Aberdeen. Il suo acume negli affari colpì gli scozzesi William Jardine e James Matheson che lo assunsero per la loro società di commercio che avevano creato a Canton nel 1832; e così, nel 1857, all’età di 19 anni, venne mandato presso la filiale di Shanghai dove si specializzò nel commercio di oppio, seta, thè e fucili.

Da pochi anni il Giappone, dopo oltre due secoli di isolamento, aveva aperto le sue porte all’Occidente. Fiutando la possibilità di creare un florido commercio tra il Giappone e l’Occidente, Glover decise di trasferirsi a Nagasaki nel 1859, a soli 21 anni. All’inizio si stabilì sull’isola di Dejima, nella baia di Nagasaki. La città, durante il periodo Tokugawa, e fino all’arrivo del Commodoro Matthew. C. Perry (1853), era la sola città del Giappone dove potevano operare i pochi commercianti (unicamente olandesi) che avevano l’autorizzazione di portare le loro mercanzie in Giappone. La comunità olandese era confinata sull’isola di Dejima.

Due anni dopo il suo arrivo in Giappone, Glover fondò la sua società commerciale: la “Glover Trading Co.”.
Le sue fortune iniziarono quando cominciarono i primi contrasti tra lo shogunato e alcuni grandi domini del Kyushu. Su richiesta del Satsuma, potente dominio feudale del Kyushu meridionale (l’attuale prefettura di Kagoshima), Glover usò il suo fluente giapponese per mediare l’importazione di navi occidentali. Questo portò ad un illecito commercio di navi, armi e polvere da sparo, non solo per il Satsuma, ma anche per altri potenti domini nel Giappone sud-occidentale., inclusi il Choshu (l’attuale prefettura di Yamaguchi) e il Tosa (l’odierna prefettura di Kochi). In alcuni circoli era marchiato come “mercante di morte”, il più importante commerciante di armi del Kyushu. Tre le altre cose, Glover fece costruire tre navi da guerra nei cantieri navali di Aberdeen.
Era chiaro che, nell’aspro conflitto tra il bakufu shogunale e l’Imperatore, Glover aveva scelto il campo imperiale: la stessa parte in cui militavano i domini del Satsuma, del Choshu e del Tosa con cui collaborava in quegli anni.
Glover fu molto abile a sapersi destreggiare in quel clima sempre più pericoloso, soprattutto per gli stranieri che una buona parte della società giapponese avrebbe voluto eliminare, anche fisicamente. C’è da dire che erano proprio i seguaci dell’Imperatore e voler cacciare i “barbari” occidentali e a ripristinare un ormai anacronistico isolamento; naturalmente gli imperiali, sapevano che, per poter vincere contro il bakufu, avevano bisogno delle armi, delle navi e della tecnologia che solo l’Occidente poteva fornire. Quindi, molto pragmaticamente, il loro odio verso i “barbari”, si trasformò presto in un odio contro lo shogunato Tokugawa. Questa situazione continuò fino al 1869 quando le forze del bakufu vennero definitivamente sconfitte.
In questi anni, come abbiamo detto, Glover prosperò grazie al commercio illegale di armi: ebbe un ruolo importante nella corsa agli armamenti dei vari clan. La Gran Bretagna, ufficialmente, ostacolava questo commercio, essendo legata da accordi presi con lo shogunato, ma, di fronte a queste violazioni, chiudeva gli occhi. Fu anche grazie al lavoro di Glover, e di altri coraggiosi imprenditori occidentali, se la Gran Bretagna potè avere un ruolo chiave nella rinascita del Giappone durante la rivoluzione Meiji.

Glover houseNel 1862, Thomas Glover, insieme ad altri residenti stranieri di Nagasaki, finanziò la costruzione della chiesa episcopale ai piedi di una collina vicino alla città, Sulla stessa collina, a Minami Yamate, l’anno successivo, costruì la Glover House, la sua residenza, da cui poteva ammirare il porto di Nagasaki. La costruzione, il più antico edificio in stile occidentale, esistente in Giappone, ogni anno è visitata da due milioni di persone.

Durante il periodo di Edo, era fatto assoluto divieto, ai pochi occidentali presenti in Giappone, di aiutare i giovani samurai desiderosi di andare a studiare in Occidente. Glover sfidò questo divieto: aiutò cinque giovani del Choshu che, nel 1863, partirono segretamente da Yokohama con destinazione la Gran Bretagna. I cinque erano Itō Hirobumi, che più tardi sarebbe diventato il primo premier del nuovo Giappone (dal 1885 al 1888 e avrebbe poi ricoperto la carica per quattro volte), ispiratore della Costituzione Meiji, divenne poi Primo Cittadino (governatore) nella Corea occupata, per poi essere ucciso, nel 1910, da un nazionalista coreano; Inoue Kaoru, futuro ministro degli esteri; Yamao Yōzō, spesso chiamato il padre dell’industria giapponese; Endō Kinsuke, futuro direttore del conio; Inoue Masaru che sarebbe diventato presidente dell’Agenzia Ferroviaria e il padre del sistema ferroviario giapponese. In Inghilterra questi uomini vennero ricordati come i “Choshu Five”.

Successivamente Glover venne in aiuto di 19 samurai del Satsuma che volevano raggiungere l’Inghilterra nel 1865. Il leader della spedizione del Satsuma era Godai Tomoatsu che poi si distinse come magnate nel mondo degli affari ad Osaka.

Molti di quelli che aiutò ad andare all’estero, divennero poi importanti personalità nella Restaurazione Meiji. Questa rete di conoscenze, permise a Glover di rimanere a galla quando gli affari cominciarono a non andare molto bene.
Con la sconfitta del bakufu, e quindi la fine della breve guerra civile, il mercato delle armi passò sotto il diretto controllo del nuovo regime. Glover dovette di conseguenza cercare nuovi campi in cui sviluppare i suoi affari.

La comparsa delle navi a vapore che cominciavano, in quel periodo, a popolare i mari attorno al Giappone, attirò l’attenzione di Glover verso il carbone. Al largo di Nagasaki, sull’isola di Takashima, già dal 1695 veniva estratto il carbone. Nel 1868, stipulò un contratto minerario, con il dominio del Saga che gestiva la miniera, per modernizzare il processo produttivo della miniera. Era la prima Joint-Venture tra giapponesi e una società straniera.
A Takashima, il carbone veniva estratto con metodi antiquati: bisognava ammodernare il processo di estrazione. Venne quindi introdotta la tecnologia occidentale: un pozzo verticale con utilizzo di motori a vapore. Questa tecnologia si rivelò tanto vincente che venne poi utilizzata in altri siti minerari in tutto il Giappone.
Nel 1874 la miniera di Takashima passò sotto il controllo del governo. Setti anni più tardi, i diritti sulla miniera passarono alla Mitsubishi. Nel 1968 ancora 18.000 persone lavorano alla miniera che, però, nel 1986 venne definitivamente chiusa.

Kosuge E’ dello stesso periodo anche l’acquisto, insieme a Godai Saisuke e Komatsu Tatewaki, del bacino di carenaggio “Kosuge”, a Nagasaki. Negli ultimi giorni dei Tokugawa, sia lo shogunato che i domini feudali del sud comprarono navi dagli occidentali attraverso le società di commercio estero a Nagasaki. La maggior parte delle navi disponibili erano usurate; navi utilizzate per anni nei mari cinesi che spesso necessitavano di riparazioni. C’era quindi un grande bisogno di infrastrutture per le riparazioni navali: di bacini di carenaggio.

Glover importò l’equipaggiamento necessario per un cantiere dall’Inghilterra e costruì uno scivolo con carrelli in grado di trainare navi grazie all’alta marea, mediante argani a vapore. La gente la chiamò “bacino Abacus”, per il modo con cui i carrelli andavano avanti e indietro, e gli spettatori sorridevano vedendo le grandi navi trascinate fuori dall’acqua. Nel 1872 lo stesso Imperatore Meiji visitò Nagasaki per osservare i primi argani a vapore in azione.
Il “bacino Abacus” ancora esiste, nella sua forma originaria. Comprato dal governo Meiji nel 1869 e rivenduto alla Mitsubishi nel 1887, venne poi incorporato ai cantieri navali di Nagasaki.
Rimase in funzione fino al 1953.

Purtroppo, anche per la scarsa redditività dei suoi affari, nel 1870, la società “Glover & Co. “ dichiarò la bancarotta. Nello stesso anno Glover entrò alle dipendenze di Iwasaki Yataro – appartenente ad una famiglia di samurai del Tosa – che da poco aveva fondato una sua società di costruzioni navali: la Mitsubishi da cui poi sarebbe nato l’ominimo colosso industriale.
Anche dopo la cessazione dei suoi interessi nella miniera di Takashima, Glover continuò a servire come consigliere della Mitsubishi Shokai, grazie alla sua abilità negli affari e nei rapporti con l’estero. Il lavoro di consulente, comunque, non gli impedì di gettarsi in altre avventure.

KirinDopo il carbone, si dedicò ad un nuovo stimolante progetto: la birra.
La birra, in Giappone, venne inizialmente prodotta commercialmente da un imprenditore americano che costruì una birreria poco dopo l’inizio della Restaurazione Meiji, nel 1868. Quando la birreria finì sul mercato, nel 1885, Glover, con l’amico Isono Hakaru, presidente della società Meidi-Ya di import alimentare, acquistò lo stabilimento: nacque così la Japan Brewery Company.
La prima birra arrivò sul mercato tre anni dopo, nel 1888. Il nome era “Lager Beer”, ma nel logo era raffigurata l’immagine di una creatura leggendaria cinese chiamata gilin (Kirin in giapponese) che si credeva portatrice di buona fortuna. Negli anni successivi il nome Kirin divenne sia il nome del prodotto, sia il nome della società.
La leggenda dice che il primo logo della birra fosse stato disegnato da Hara, la figlia di Glover.

Nel 1880, preoccupato per un crescente sentimento nazionalistico, in Giappone, con il fratello Alex, si trasferì nello stato di Washington; dopo due anni, però, fece ritorno in Giapponese dove si stabilì tra le sue residenze di Tokyo e Nagasaki.
Da metà degli anni ‘80, e fino alla fine dei suoi giorni, continuò a fare da mediatore tra il governo Meiji e gli imprenditori occidentali.

Dopo l’apertura del Giappone al mondo esterno, ci fu un periodo di impetuosa modernizzazione del Paese che, per evitare di fare la fine della grande Cina, ridotta ad uno stato semicoloniale, aveva bisogno di raggiungere al più presto una condizione che la mettesse, per lo meno, allo stesso livello delle grandi potenze occidentali. L’impresa sembrava proibitiva visto che, all’arrivo di Perry nel 1853, il Giappone era praticamente fermo al XVII secolo.
Nel giro di pochi decenni lo scopo venne raggiunto e personaggi come Thomas Glover diedero il loro preziosissimo contributo. Possiamo dire che la modernizzazione industriale del Giappone fu anche merito di Glover. Nella sua avventura, lo scozzese non si occupò solo di armi, miniere, cantieri navali e birra; diede il suo contributo anche nella pesca e nel telegrafo; fece venire ingegneri dalla Gran Bretagna; ingegneri che contribuirono, tra l’altro, a creare una nuova rete ferroviaria.

Nonostante non fosse un diplomatico, la sua azione contribuì non poco all’instaurarsi di ottime relazioni tra il Giappone e la Gran Bretagna; ottime relazioni che poi sfociarono nell’alleanza Anglo-Giapponese del 1902.
Del grande ruolo dello scozzese, se ne accorse anche l’Imperatore che, nel 1908, insignì Glover dell’Ordine del Sole Nascente di seconda classe.La proposta dell’onoreficienza venne da Ito e Inoue, due dei giovani del Choshu Five che aveva aiutato a raggiungere l’Inghilterra molti anni prima. Fu il primo non-giapponese a ricevere questa alta onoreficienza.
Thomas Glover morì a Tokyo il 13 dicembre 1911. Le sue ceneri riposano al Sakamoto International Cemetery di Nagasaki.
La Glover House, nel 1957, venne donata alla città dalla “Mitsubishi Heavy Industries”.

Un piccolo cenno merita il personaggio della moglie giapponese di Glover che si dice abbia ispirato la figura di “Madame Butterfly” che, prima di diventare una celebre opera di Puccini, fu un romanzo dello scrittore americano John Luther Long. Tsuru, il nome della moglie di Thomas Glever, veniva da una brutta esperienza matrimoniale che l’aveva portata ad un tentativo di suicidio: aveva sposato un samurai, da cui ebbe una bambina, ma, all’età di 17 anni, fu costretta a divorziare a causa di divergenze politiche tra le due famiglie. Tsuru e Thomas ebbero due figli: Hana e Tomisaburo.

Autore : Cristiano Suriani

Fonti :

Nippon.com – Thomas Glover: The Scotsman Who Helped Meiji Japan Modernize
Electric Scotland – Significant Scots: Thomas Blake Glover
The Japan Times – The Scot who shaped Japan

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