Il gioco del Pachinko

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Pachinko
(Photo by Susann Schuster on Unsplash)

Il Pachinko, un gioco simile al flipper, è, in Giappone, il gioco d’azzardo maggiormente praticato. Di solito è giocato in rumorose sale: ambienti con file di macchine ricoperte da variopinte insegne al neon. Nel 2013 c’erano circa 12.000 di questi locali con più di 3 millioni di macchine, vicino alle stazioni, nelle affollate strade commerciali e ai lati delle maggiori strade.
Secondo il Libro Bianco del Divertimento, nel 2014 i giapponesi hanno speso, nel Pachinko, spesi 18.8 trilioni di yen, ponendo così questo gioco ai primi posti fra le industrie del Paese. Un adulto su sette è un regolare giocatore di Pachinko.

E’ interessante la storia del pachinko.
Nel 1924 venne importato dagli Stati Uniti, un gioco per ragazzi, il “Corinth Game” (vedi foto) basato sul popolare gioco francese “Bagatelle”. Il Corinth Game divenne presto molto popolare fra i giovani; lo si poteva trovare nei negozi di dolci e i ragazzi, per i punteggi più alti, potevano vincere caramelle e pezzi di frutta. Anche gli adulti cominciarono ad interessarsi al gioco e, di conseguenza, i premi vennero adeguati: sapone, sigarette, ecc.
Corinth GameIl Corinth Game, chiamato anche, in Giappone, Pachi-Pachi, dal suono prodotto dal gioco, venne successivamente influenzato da un gioco inglese, il “Circle of Pleasure”, a sviluppo verticale, che era un gioco molto popolare nei pub inglesi. Così nacque il Pachinko.
Nel 1930, a Nagoya, venne rilasciata la prima licenza per un salone di Pachinko. I problemi, però, arrivarono presto: nel 1938, poichè il Giappone si apprestava ad entrare in un periodo bellico, tutti le sale di Pachinko vennero chiuse.
La rinascita avvenne nel 1946, di nuovo a Nagoya.

Secondo Sung-Yoon Lee, docente di Studi Coreani, e storico del Pachinko, la rinascita del gioco proprio a Nagoya, non è casuale. La città era sede di importanti industrie belliche e, durante la guerra, venne pesantemente bombardata. Finito il conflitto, tra le rovine delle fabbriche c’erano migliaia di cuscinetti a sfera, ormai inutilizzabili; quelle piccole biglie d’acciaio, divennero le palline del Pachinko che così rinacque.
Durante il conflitto, nelle industrie belliche di Nagoya vennero impiegate centinaia di migliaia di coreani. Dopo la guerra, non tutti tornarono in Corea; chi rimase, venne privato della cittadinanza giapponese e fatto oggetto di pesanti pregiudizi. Per sopravvivere, i coreani in Giappone, si gettarono sulla nuova nascente industria del Pachinko.
Secondo una stima, oggi, l’80% delle sale gioco è gestita da persone di etnia coreana, il 10% da taiwanesi e il resto da giapponesi. Taiwan è l’unico paese estero dove questo gioco è popolare.

PachinkoMa come funziona questo gioco ?
I giocatori siedono di fronte alle macchine e ruotano una manopola che rilascia palline di metallo che scivolano verso il basso attraverso ostacoli di varia natura. Se cadono in una “zona premio”, lungo il percorso, il giocatore viene premiato fino ad altre 15 palline da utilizzare nel gioco.
Sulle macchine digitali di pachinko, che adesso sono lo standard, c’è una speciale “zona premio” che fa vincere grandi premi. Se una palline cade in questa buca fortunata, compaiono una serie di numeri, come una slot machine, che, se combaciano, fanno vincere, a seconda del jackpot, migliaia di palline.
Molte macchine recenti sono basate su temi della cultura popolare come, ad esempio, ad Neon Genesis Evangelion e altri famosi personaggi degli anime e dei drama televisivi.

Dopo aver finito, il giocatore prende le restanti palline e le scambia con vari premi. I premi, di solito, consistono in sigarette o snack, ma si può vincere di tutto: cravatte, fazzoletti, calzini, materiale elettronico, cosmetici, cd e dvd. Nei grandi locali di pachinko, la zona adibiti al cambio dei premi, assomiglia ad un piccolo supermercato.

PachinkoComunque molti fan del Pachinko, giocano per soldi. Ricevono ‘premi speciali’ che poi possono cambiare in denaro presso appositi sportelli posti accanto al locale.
Sebbene non sia compreso tra i pochi giochi d’azzardo espressamente ammessi dalla legge giapponese, il Pachinko vive ai confini della legalità e la pratica delle vincite in denaro è tacitamente accettata dalle autorità.
C’è un forte elemento casuale nelle macchine di oggi, quindi è anche possibile perdere grandi somme di denaro, in un colpo solo. Il tipico prezzo di pallina di pachinko è 4 yen (4.32 con le tasse), ma ultimamente sempre più locali offrono palline tra i 0.5 e i 2 yen, così i clienti possono divertirsi per un lungo periodo. Anche in questo modo però è difficile riuscire a moderare la spesa.

Sebbene il gioco sia ancora un grande business, le vendite dell’ultimo anno rappresentano il maggior declino dal 1995 quando toccarono i 30.9 trilioni di yen. L’accusa di macchine truccate, così come la competizione con nuove forme di intrattenimento elettronico, hanno spostato i gusti dei giocatori verso altri tipi di divertimento. Il problema più pesante è la disaffezione dei giovani che trovano il Pachinko, un divertimento pacchiano e ormai datato. Dal 2002 il numero dei giocatori regolari si è dimezzato e l’età media è aumentata. Lo scopo, non facile, dell’industria del Pachinko, è quello di attrarre un maggior numero di giovani e di donne.

Altro grave problema è il legame tra l’industria del Pachinko e la Yakuza, la mafia giapponese. Come dicevamo prima, all’interno dei locali sono possibili solo vincite con premi in natura, ma all’esterno è possibile convertire il premio in denaro: così si aggira la legge che regolamenta il gioco d’azzardo. Questo stratagemma, su cui la polizia chiude gli occhi, è controllato dalla Yakuza. In passato sono stati scoperti notevoli flussi di denaro che dall’industria del Pachinko andava in direzione Pyongyang: ricordiamo che l’industria è in pratica nelle mani di personaggi di etnia coreana.

Adesso il pachinko è controllato dalla SECTA (Security Elettronics and Communcations Technology Association) un organismo pubblco gestito da ex-poliziotti. La massiccia presenza, nel settore, di personaggi provenienti dalla polizia di Stato, utilizzati spesso come consulenti, ha gettato, sul mondo del Pachinko, un forte sospetto di una connivenza tra la polizia e la Yakuza.

Autore: Cristiano Suriani

Fonti :
Pachinko (Nippon.com)
Balls in the air (The Economist)
Ball and chain: gambling’s darker side (Japan Times)

 

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