La mitica spada Kusanagi

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Ancora oggi resiste una tradizione pluri-secolare; ad ogni cerimonia per la salita al trono di un nuovo imperatore, al sovrano vengono consegnati tre involucri contenenti ciascuno uno dei tre oggetti sacri, simboli della Casa Imperiale: i Sacri Tesori del Giappone.

L’origine di questi oggetti risale alla notte dei tempi, secondo la tradizione, e solo dai racconti mitologici abbiamo qualche notizia su di loro. Un involucro conterrebbe uno specchio: lo specchio (Yata no kagami) utilizzato per tirare fuori con l’inganno la dea del Sole Amaterasu dalla grotta nella quale, a causa di una lite con il fratello Susanoo, il dio dei mari e della tempesta, si era auto-esiliata. Il secondo pacchetto conterrebbe la collana (Yasakani no magatama) che Izanagi regalò alla figlia Amaterasu. Nell’ultimo involucro presentato al sovrano di turno sarebbe custodita una spada, forse l’oggetto più affascinante dei tre: la mitica spada Kusanagi no Tsurugi.

La spada utilizzata nella cerimonia però non sarebbe quella originale, ammesso che esista davvero, ma solo una copia: l’originale sarebbe custodita all’interno del santuario shintoista di Atsuta; ma, molto probabilmente, anche quella custodita nel santuari sarebbe solo una copia della mitica spada che, da notizie storiche, sembra sia andata perduta in mare. La spada Kusanagi non è visibile al pubblico ed è custodita gelosamente all’interno del santuario. Neanche la scienza o i media hanno il permesso di ammirarla. Durante il periodo di Edo ci fu un monaco shintoista che disse di aver visto la spada all’interno del santuario: era lunga 84 cm, di metallo bianco e ben conservata. Sono le uniche informazioni a disposizione sulla reale esistenza della spada all’interno di Atsuta.

Sull’origine e sulla storia di Kusanagi ci sono molti racconti contenuti sia nel Kojiki che nel Nihonshoki. Districarsi quindi tra ciò che è mito e ciò che è Storia, è praticamente impossibile. Il mito ci dice che la spada venne trovata da Susanoo all’interno di una della otto code del drago che aveva appena ucciso: Yamata no Orochi. Susanoo la chiamò Ama no Murakumo no Tsurugi e la diede in dono alla sorella Amaterasu, la dea del Sole, come gesto riparatore. La dea del Sole, accettò di buon grado il dono e successivamente la diede al nipote Ninigi quando lo incaricò di scendere sulla terra e di governare sul Giappone con il compito di pacificarlo. Ninigi portò con se tutte e tre gli oggetti sacri: oltre alla spada, lo specchio e la collana. Il bis-nipote di Ninigi divenne il primo imperatore del Giappone: Jimmu. Così la spada passò di imperatore in imperatore fino ad arrivare all’12° Imperatore Keiko (71-130 d.C.). Sotto il suo regno la spada venne data al grande guerriero Yamato Takeru impegnato nella guerra contro gli Emishi. Trovatosi ad un certo punto in difficoltà, contro uno dei generali nemici, circondato dalle fiamme e con il cavallo morto, Takeru usò la spada Murakumo per spegnere il fuoco falciando l’erba. Così facendo si accorse che con la spada riusciva a governare i venti: era una spada magica. Grazie a questo potere, spinse il fuoco verso il nemico e si salvò.
Per celebrare l’evento Yamato Takeru chiamò la spada Kusanagi no Tsurugi (“falciatrice d’erba”). Takeru poi morì in uno scontro con un drago, ma in quell’occasione, contro il consiglio della moglie, non aveva con sè la mitica spada.

KusaanagiImportante per la storia della mitica spada fu l’imperatore Temmu (631 – 686 d.C.). Siamo ormai in un periodo in cui la Storia prevale sulla mitologia: ci sono documenti e prove certe di fatti risalenti a questa epoca. Probabilmente si deve all’imperatore Temmu la codifica di certi riti di corte tra i quali la consegna dei tre tesori della Casa Imperiale al nuovo imperatore. Durante il regno di Temmu, la Kusanagi, ritenuta responsabile della malattia dell’imperatore, venne spostata nel santuario di Atsuta.
Il santuario di Atsuta, a Nagoya, è uno dei più importanti luoghi sacri del Shintoismo. Fondato circa 1.900 anni fa, è dedicato alle cinque maggiori divinità del pantheon shintoista. Sul suo legame con la mitica spada, c’è un altro racconto secondo il quale venne costruito dal clan dei Mikoto, che in quel periodo deteneva il trono (l’imperatore Keiko era del clan dei Mikoto), appunto per conservarvi la spada Kusanagi. Nel XII secolo, nella battaglia navale di Dan no ura, combattuta tra il clan dei Minamoto, che poi vinse, e il clan degli Heike (Taira), si narra che la spada andò irrimediabilmente perduta in mare. A bordo di una nave degli sconfitti Heike c’era l’imperatore, di sei anni, Antoku che, insieme alla nonna, preferì suicidarsi buttandosi in mare piuttosto che cadere in mano al nemico. Anche i tre oggetti sacri vennero gettati in mare, ma i nuotatori dei Minamoto riuscirono a recuperare lo specchio e la collana: la spada andò perduta. Altre fonti dicono che la spada venne poi recuperata e riportata nel santuario di Atsuta.

Di racconti riguardanti la mitica spada ce ne sono tanti: venne rubata, ritrovata, spostata in luoghi più sicuri, vennero fatte copie. Vari elementi non consentono di dare una certa attendibilià, soprattutto ai racconti più antichi.
Il fatto che molte di queste storie, spesso anche in contrasto tra loro, si svolgano in un contesto mitologico e che molti di questi racconti, prima di essere trascritti nel Kojiki o nel Nihonshoki, siano stati tramandati oralmente per secoli, gettano seri dubbi sulla loro veridicità. Che dentro il tempio di Atsuta sia varamente custodita una spada molto antica, anche gli studiosi lo ritengono plausibile. Meno credibile è che si tratti veramente della leggendaria spada.

Autore : Cristiano Suriani

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